A belly full of wine - Romanzo

martedì 19 marzo 2013

Here comes the sun



Anni bui, quelli che attraversiamo, di crisi e di sconforto. Un po’ di fiducia è quello che servirebbe a tutti, qualche buona notizia, una volta tanto, una sorpresa. Ma una bella. Qualcosa che ci regali un po’ di ottimismo. Gianni, dove sei finito? Non ci hai lasciato modo di celebrare il tuo tempismo: ci hai dato il benvenuto nell’era dell’ottimismo e zac, è deflagrata la crisi. Gianni, te possino…portassi sfiga?
Ci vorrebbe qualcosa che riesca a sollevare il morale, non parlo di vincite al superenalotto, nessuna botta di culo individualista, ciò di cui si sente il bisogno è di riscoprire un po’ di gioia anche in quelli che ci circondano. Io sono stufa di camminare per strada e vedere facce preoccupate, sono stanca di alzare il telefono e ricevere alla domanda rituale: “come va?”, nella migliore delle ipotesi, un “insomma” o un “mah”.
Nemmeno più sovrappensiero rispondiamo: “bene”.
Cioè nessuno si sente di affermare che le cose gli vanno bene nemmeno pro forma.

Vorrei vedere sorrisi, sollievo, fronti più distese. Ci portiamo in giro, tutto il giorno, queste sopracciglia in tensione, corrugate: è arrivato il momento di far capitare i miracoli nelle piccole cose.
Non me lo sto inventando, leggo i segni (lo sapevate che il Kaiseki è anche una grande esperta di I-Ching?): sono tutti contenti che il nuovo Papa abbia la croce di ferro e le scarpe vecchie, siamo contenti che sorrida e che abbracci, siamo contenti che accarezzi i cani e che voglia andare in chiesa a pregare anziché all’atelier a farsi prendere le misure per il mantello. Siamo contenti che sia stata eletta una presidente della Camera che dice di volersi occupare degli ultimi, una che parli di umiltà e valori. Siamo stufi di violenza e soprusi e iniziamo a dirlo. Siamo ad un giro di boa? Abbiamo colmato il vaso?
Io non voglio più soldi (cioè, li vorrei pure ma, tanto, questo è) voglio buoni sentimenti. Non voglio favori, vorrei gentilezza e amore. Perché se da queste malebolge in cui siamo finiti non ci tiriamo fuori gli uni con gli altri, insieme, penso che ci rimarremo per sempre. Spesso sottovalutiamo l’effetto che può avere sul prossimo una nostra premura, uno nostro insignificante sforzo in più, quasi sempre sottovalutiamo il potere enorme che sa liberare un po’ di dolcezza. Possiamo dare molto e non lo facciamo, possiamo aiutarci ed è come se non ne fossimo consapevoli. E non parlo necessariamente di azioni concrete e impegnative (il volontariato, l’impegno sociale, le donazioni): possiamo strapparci l’un l’altro un sorriso con la sola, banale e difficilissima dimostrazione di buon cuore. Possiamo portare un po’ di armonia nelle nostre vite anche solo con una parola affettuosa o con un sincero “grazie” in più.
Here Comes the Sun

Il kaiseki non vi ha fatto gli auguri per l’anno nuovo, vi ha inondato di lagne sulle sue disgrazie low cost ma non vi ha augurato niente per il 2013. Ecco qui, allora: vi auguro consapevolezza, spero che questo sia l’anno della rinascita silenziosa, l’anno della gioia quando non te la aspetti. Ci auguro un 2013 di rivelazioni, di forza interiore, di amore ricevuto e – soprattutto – dato, di amore custodito, curato, rispettato. Amore per chi ci è vicino sempre e gentilezza e disponibilità per chi non conosciamo. Amore per quello che facciamo, perché se quello che facciamo è fatto con amore è fatto meglio (olè). Come i tortellini, così il nostro lavoro. E se è un lavoro di merda, vi auguro di cercare e di trovare uno spiraglio che vi aiuti a renderlo un po’ meno insopportabile. Io vi auguro speranza e gioia, vi auguro la di liberarvi da tutto ciò che di fasullo e inutile vi opprime: dalle cose, dai pesi, dalle rogne, vi auguro di riuscire a trasformare le responsabilità in speranze e gli ostacoli in stimoli. Io vi auguro di incontrare sorrisi, vi auguro un amico invisibile che vi ripeta ogni 6 ore: “è tutto a posto, ce la faremo”,  come fa la Tachipirina con la febbre.

E auguro a tutti noi, Kaiseki in testa, di capire che il cambiamento parte dal nostro cuore, nella nostra testa e, di lì, porta la luce agli occhi, la musica alle orecchie e le carezze nelle mani.

Che la forza sia con voi, miei giovani Jedi.



PS Guardatevi il flash mob di cui trovate il link nella didascalia dell'immagine, scalda il cuore...
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