A belly full of wine - Romanzo

mercoledì 13 febbraio 2013

Low cost take II: Easyjet e la decadenza del Kaiseki

Vorrei anticipare i commenti di chi, una volta finito di leggere penserà: ma il treno no?
O, ma il Circeo te fa tanto schifo?
O - infine - una compagnia aerea normale?

Non lo so, non so cosa rispondervi: mi sembra di vivere nel paese...anzi, no, una volta tanto, nell'universo dei campi di fregature mature. Un luogo onirico ma tragicamente reale, in cui ogni passo falso (ove per passo falso, intendo una decisione/interazione/transazione compiuta senza l'ausilio, il supporto e l'assistenza di un avvocato bravo o di un cardinale traffichino o del capoccia di un capo campo rom. Senza offesa per nessuna delle tre fattispecie) dicevo, ogni passo falso è punito con inappellabili sanzioni o - più semplicemente - tangenti pulite.
Dopo aver archiviato (senza aver recuperato un soldo, nonostante l'assicurazione) la vicenda Ryanair, oggi - mi vergogno pure a dirlo - devo affrontare il caso della Easy Jet.
Aò ce stai a prende in giro?!
No miei cari, è che - a quanto pare - io recupero sòle praticamente ovunque. E questo mi avvilisce, mi deprime e mi rende incredula ma tant'è.

Compro 3 biglietti per una destinazione che non vi sto a nominare perchè irrilevante e, se qualcuno ha dimestichezza con questa compagnia, ha presente la scacchiera di opzioni che offre: i 3 giorni affiancati per l'andata, i tre affiancati per il ritorno, con le tariffe nei riquadri...insomma, io faccio tutto, pago e alla fine, leggendo il riepilogo di volo lo shock: ho sbagliato la partenza! Dovevo selezionare un giorno, ho selezionato quello dopo, accorciando di fatto una trasferta già micro. Tento subito la procedura di rettifica online, si può fare! Esulto! C'è da pagare la differenza del costo dei biglietti, 62 centesimi a biglietto. Mi commuovo: qualcosa funziona, non sono perduta! Purtroppo c'è da pagare anche una penale che non ho capito bene a quale spesa amministrativa corrisponda, visto che il biglietto me lo sto prenotando da sola, cmq questa penale ammonta a 41 euro a biglietto, in più la commissione per la carta di credito...cambiare la partenza, 3 minuti dopo aver acquistato il biglietto costa 131 euro.
Sono allibita, provo a contattare il call center (tipo 60 centesimi al minuto) e un disco mi dice che, a causa del maltempo, le linee sono intasate, che l'attesa potrebbe essere lunga in modo indefinibile e, quindi, a meno che io non abbia un volo in partenza entro 72 ore, mi invitano a richiamare. Attacco, mando una mail all'assistenza e mi rispondono che, avendo le linee intasate, mi risponderanno appena possono ma - sostanzialmente - di non farmi illusioni.
Voi che avreste fatto?
Lo so, probabilmente anche solo per una questione morale avrei dovuto far pace col granchio preso e accettare di aver accorciato la permanenza della famiglia Kaiseki nella località misteriosa a causa della mia rincoglionitaggine. Però, che diamine!, mi sono detta e...ho rettificato a pagamento la prenotazione, con buona pace del conto in banca ma anche - e soprattutto - con buona pace della logica, del senso comune, della civiltà, dell'illuminismo e dei tremila anni di storia che ci hanno trasformato da scimmie in esseri pensanti e, via via, in esseri schiavi di un sistema inadeguato, che in onore della schematizzazzione low cost dei processi trasferisce su un povero disgraziato utente, l'onere del mancato intervento da forse 2 minuti di lavoro di un altro essere umano, vincolato da un contratto regolare ad un'azienda (la Easy Jet, in questo caso). Noi, oggi, abbiamo un indirizzo email e il numero di un call center a pagamento che fa capo ad una società ungherese e che non è in condizione - non parlo di buona volontà, parlo di non essere in condizione spirituale e materiale - di andare oltre le n procedure che ha codificate sul manualetto del perfetto centralinista o del perfetto controllore di centralinisti.
Non è finita, sedetevi comodi: il giorno dopo mi arriva una mail in cui un tale Paolo S. (che tenerezza per quel nome e cognome di un poveraccio con un lavoro infame che, per una volta che sente di essere riuscito a risolvere, col proprio lavoro, il problema di un altro essere umano, e che mette in calce alla comunicazione, con orgoglio, il suo nome.  E lo dico perchè di solito le risposte dei customercare@ si firmano col nome, punto). Insomma, Paolo mi rassicura, mi dice che sistemeranno il mio errore, mi scrive addirittura non si preoccupi (chissà che gli avevo scritto!) ma mi dice di mettermi il prima possibile il contatto col call center, che lui inserirà una nota sulla mia pratica perchè mi aiutino al meglio. Io sono incredula, felice...mi sento miracolata! Mi precipito a chiamare il call center (stesso disco apocalittico del giorno prima) ma stavolta aspetto e dopo un po' mi risponde la solita Irina a cui spiego brevemente la vicenda ma che appare perplessa: poichè ho già provveduto a modificare a pagamento la prenotazione, per loro è un po' come se il problema non ci fosse. Stornare l'addebito della carta di credito delle penali? Nemmeno a pensarci! Avere un voucher da poter spendere in un secondo momento? Aspetti, chiedo al mio supervisore. No, signora: brutte notizie. Non posso aiutarla.
E io?
Io, dopo la Ryanair, dopo la OneClaims, dopo la Radisson Blu (che mi ha addebitato 2 volte l'importo dell'hotel di Stansted...un'altra storia allucinante) mi sento svuotata.
Scrivo a Paolo S. e gli spiego che mi hanno detto t'attacchi, chiedo anche a lui circa la possibilità di avere un buono...io non sto chiedendo un'elemosina, io ho pagato un biglietto 131 euro più di quanto costasse, per un mio errore (SI', MIO DIO, HO SBAGLIATO!) di cui mi sono accorta 12 secondi dopo averlo commesso...
Paolo S. mi risponde, si scusa, dice che si era sbagliato, che il suo superiore non ha accettato di applicarmi un trattamento di favore. Mi scrive pure che spera che io accetti le sue scuse personali.

E io mi immagino Paolo, un bravo ragazzo, uno che ci prova, uno che prova a tirare fuori il meglio da un lavoro sostanzialmente demmerda, uno che sbaglia (come me) e che si scusa (come me) e che (come me) è impotente di fronte ad un sistema di procedure inflessibile e ottuso e, vediamo un po'...infame?

E penso che per allargare i nostri orizzonti, per aprirci al mondo, per affrontare la concorrenza spietata, sempre più agguerrita, ci siamo - in qualche modo - privati della libertà di commettere un errore umano, o di imbatterci in un inconveniente (la neve...) o di non essere - cazzo - abbastanza diffidenti e malfidati e paraculi e quello che vi pare, quando stipuliamo un accordo con aziende rinomate, sostenibili, trasparenti, che fanno della parola customer satisfaction il proprio trasparente vessillo.

E penso anche che per i prossimi mesi non organizzerò nessuno spostamento che mi porti più in là del quadrato Formello/Guidonia/Castel Fusano/Maccarese.
Nord, est, sud e ovest: se ci arriva la corriera, forse, ci penso.
Sennò, semplicemente, non me lo chiedete: non ce la posso fare.

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...