A belly full of wine - Romanzo

martedì 5 giugno 2012

The magical mystery tour is coming to take you away...

Parantesi deprimente.
In apertura?!
Sì, così mi tolgo il pensiero. Intorno a casa mia stanno chiudendo un sacco di negozi. Chiude il Blockbuster, chiude l’agenzia di lavoro interinale, chiude il negozio di arredamento, chiude il parrucchiere.
Chiudono perfino i bar.
Aprono però i casinò, o meglio quelle squallidissime sale slot/videopoker che occupano tutto il piano terra di un palazzo, con le vetrate oscurate, le Veneri di gesso e il buttafuori all’ingresso; aprono i punti Snai per le scommesse sportive, aprono i Compro oro & argento. E’ vero che aprono pure centinaia di cineserie e negozi di frutta e verdura gestiti da mediorientali ma sono ugualmente colpita. Mi ritrovo, così, a notare quelle cose che suonano così da adulti e cioè che verso la fine del mese al supermercato c’è meno fila (ma non alle 18.30!), per strada c’è meno traffico, in pizzeria non devi prenotare.
Il kaiseki è uno di quelli che ripetono spesso e volentieri il mantra che città di cacca, che Paese di cacca, quanto me ne andrei, ohm ma, nonostante abbia raggiunto ampiamente e da anni l’età della ragione, è saldamente impiantato in quel di Roma, senza alcuna prospettiva di trasferimento all’estero. Il Kaiseki s’è impigrito, s’è imbolsito, dove vuole andare che qui c’è il posto fisso (miraggio per molti e, per anni, miraggio per il Kaiseki stesso), la casa, lo Shogun piccolo, e poi la barriera linguistica, non è che all’estero stanno ad aspettare noi...
E’ che il Kaiseki è uno di quelli che si è laureato con la certezza che sarebbe andato - che ne so - a lavorare negli Stati Uniti o in Australia...almeno a Londra! Era convinto che avrebbe intrapreso una carriera internazionale, una di quelle che ti portano in giro per il mondo...e poi? Boh. Ora il Kaiseki ha il dubbio che, pur volendo offrire allo Shogun una prospettiva un po’ più ampia, in quest’Italia che sta andando a rotoli, descritta dai giornali con tinte sempre più angoscianti, l’impresa non sia di quelle da poco. Che dite voi? Cittadini di Roma o cittadini del mondo?

Va bene, parentesi chiusa, cambiamo passo: volevo confrontarmi con voi su un’altra importante questione: il jumping da giardino.
Non so se lo sapete ma il jumping (quella rete tonda per fare i salti) è un comunissimo accessorio da giardino in quel d’oltralpe che, la scorsa estate, il gatto ha dimostrato in più di una circostanza di apprezzare molto. Allora io mi sono informata e ho trovato un convenientissimo jumping da terrazzo, dal diametro ampio quel tanto che basta per entrare alla perfezione nel nostre balcone quadrato. Mister P. non la metterebbe in questi termini, lui direbbe che è largo quel tanto che basta ad occupare per intero la superficie del nostro quadrilatero ma - per come la vedo io e per la proprietà commutativa delle parole - la sostanza non cambia. Io sarei molto tentata di procedere all’acquisto. La cosa che mi ha trattenuto, finora, è che - evidentemente - l’oggetto in questione va smontato a fine estate e riposto in un angolino acconcio. Lo ammetto, la questione del monta e smonta, smonta e monta mi atterrisce. Io sono più per il monta e abbandona ^^ o - tutt’al più per il compra e poi qualcuno lo monterà.
Prima o poi. E Mister P. è abbastanza della stessa scuola, il che potrebbe creare ulteriori complicazioni.
Inoltre non sono convintissima che l’acquisto del jumping rappresenti la via giusta per dare al gatto la visione di più ampio respiro di cui sopra. Però - certo - l’avevo pure trovato in offerta...potrei comprarlo e regalarlo. Che dite, se vi arrivasse qualcuno a cena, con, anziché un mazzo di fiori o una bottiglia di rosso, 70 chili di rete e sbarre metalliche da montare gli sputereste nel purè o lo invitereste di nuovo?
Ovviamente non siete tenuti a rispondere...

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