A belly full of wine - Romanzo

venerdì 2 dicembre 2011

Maybe I'm amazed!

È passata una settimana, sono fuori tempo massimo? Vi interessa ancora? Ok, allora vado: concerto Paul (uno di noi ^^), Bologna 26-novembre. Il Kaiseki, Mr P. e Sbero (amico storico di Mr P., beatlesiano invasato che ha urlato a squarciagola per 3 ore di concerto, dimostrando un’impressionante padronanza dei testi e una capacità polmonare notevole per un tabagista qual è). Lo Shōgun? Depositato dai nonni compiacenti alle 12.30 del sabato e recuperato alle 15.00 della domenica. Io, ammetto, non c’ero mai stata. Cioè, forse dovrei dire che non ero mai stata ad un concerto in un’arena/stadio…insomma luogo grande, capiente.
In realtà a 8 anni andai al concerto di Stevie Wonder a Roma ma Mr P. dice che non conta per vari motivi: 1) non avevo comprato i biglietti, ce li aveva regalati un cugino americano di mia madre che faceva il tecnico del suono o qualcosa di simile, 2) non conoscevo neanche una canzone, anzi avevo sentito I just called to say I love you ma non sapevo le parole, quindi non la cantai, 3) il massimo dell’interazione con gli altri fan avvenne quando mia madre, dopo aver subito per un certo tempo zaffate di sudore, fece al nostro vicino il gesto del naso (tipo “puzzi!”) per suggerirgli di andare a dimenarsi più in là.

Insomma, diciamo che il concerto di Paul McCartney è stata la mia prima, tardiva esperienza di condivisione mistica ed esaltazione da decibel e, ragazzi, è stata di una bellezza indicibile.
Partiamo dall’inizio, da quando ci siamo schiacciati dentro il pullman per arrivare a Casalecchio di Reno e, dopo aver ingurgitato tigelle gusti misti, abbiamo fatto il nostro ingresso trionfale nell’Unipol Arena. Premetto che la prima impressione mi suonava un po’ buffa: avevamo posti laterali (dettaglio insignificante, dal momento che abbiamo seguito tutto il concerto in piedi, all’uscita delle scale, con una visuale notevole), quando siamo andati ad occuparli (almeno finchè non hanno spento le luci e ci siamo dileguati come giaguari nella notte) ho stimato che la mia vicina potesse avere forse qualche anno meno di mia nonna. Qualcuno ma non molti. Stava seduta composta col marito, le calze coprenti e le scarpe ortopediche…voglio dire, curioso no? Cioè si trattava pur sempre di un concerto rock, di sera, fuori città, col freddo…voglio dire, io mia nonna non ce la vedo che si veste ed esce per andare al Palalottomatica…non la trascino nemmeno al cinema! Questo per dire che era presente un pubblico eterogeneo. La ragazza vicino a cui sono finita dopo la fuga, una napoletana molto carina, ha esordito piangendo. Cioè piangeva proprio, con le lacrime. Lo so perché, a un certo punto le ho dato anche due pacchette sulla spalla come a dire “su, su…”. Mi sembravo matta. Io, non lei. Come intuisco la provenienza partenopea? Le avrò fatto circa 30 foto col suo i-phone, alla fine sapevo pure il numero di scarpe.

Lui, Paul. Ecco, lui, in effetti, ha una certa età, eppure, ve lo dico? Verso metà del concerto, dopo che si era tolto la giacchetta da ussaro, dopo che il sudore gli aveva un po’ sciolto il fondotinta e scompigliato un po’ i capelli…con quella camicia bianca e le bretelle…aò, m’è sembrato un gran figo!
In conclusione, il concerto è stato grandioso, le canzoni emozionanti, la sua voce impeccabile (cioè, veramente, sembrava registrata!), il calore del suo popolo che cantava, Napoli in lacrime vicino a me...
Mi sono commossa. Mr P. credo di non averlo mai visto così agitato, lui che è un uomo composto.
Insomma, per Paul McCartney? Direte.
Sì signori, per Sir Paul.
Ora, io sarei più una fan di John però, però a Bologna…Onesweet dream came true today!

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