A belly full of wine - Romanzo

lunedì 7 novembre 2011

May you sta-a-a-ay forever young...

Capisci che il tempo passa da tante piccole. Il compleanno è una di queste, l’aver sonno la sera alle otto e mezza è un’altra. Ma nessun segnale sa essere esplicito come i campioni di prodotto che ti regalano in profumeria. Fino a non molto tempo fa, dopo un acquisto, mi trovavo struccanti, maschere di pulizia, anticellulite. Ora (venerdì scorso, nello specifico): gel antietà, siero antietà e super idratante stop-all’-invecchiamento. Grazie tante! È che da un lato le profumiere hanno la prerogativa di mettere in evidenza il marcio che c’è in te (il brufolo sulla punta del naso? I cuscinetti? La ruga? Il capello grasso? i che c’è, c’è direbbe una mia amica napoletana!) sbandierarlo senza ritegno a voce alta e, con un sorriso, proporti una soluzione che generalmente costa come un tranfert intercontinentale e che ha eccellenti probabilità di rivelarsi del tutto inutile. E, in ogni caso, il punto è che accendono letteralmente i riflettori sul difetto che tu stai miserabilmente tentando di nascondere o di cui non hai – tapina –ancora preso coscienza.
Una volta sono stata inchiodata dallo sguardo laser di una commessa che mi ha parlato, per svariati minuti e senza mai distogliere lo sguardo dalla mia fronte, spiegandomi che aveva un eccellente prodotto anti lucido per la zona T. Cioè, in generale va anche bene: mi stai dando un’informazione, grazie. Ma il modo era agghiacciante e la fila di persone che, dietro di me, condivideva la filippica anche!
Insomma che diamine, un po’ di tatto! Anche questa storia della cellulite, mi chiedo, ci vorrà un minimo di preparazione psicologica per parlarne, o no? Voglio dire, prima di riempirmi di campioni di Somatoline (ci sono persone che ucciderebbero, lo capisco) ti vorrai porre il problema se io sia la persona disinvolta e sicura di sé che ti stai immaginando? Mah.

Cmq – cambiando discorso - niente mi fa sentire realizzata come interpretare per lo Shōgun le canzoni dei cartoni animati anni ‘80. Venerdì credo di averlo anche un po’ spaventato con una versione di Heidi leggermente punk. Che ne so, mi sento rigenerata mentre saltello a tempo di Memole o batto il piede come David Gnomo, sgranando gli occhi e sfoderando sorrisi sloga mandibola e a lui, in generale, piace. Quando riconosce il brano si unisce al coro ed è una delizia sentirlo cantare, con quella vocina…io, poi, proprio non mi risparmio: faccio tutto, canto, controcanto e coreografie. Mister P. sostiene che così lo traumatizzo e che forse è per questo che non dorme la notte. Io non sono d’accordo: la vita è troppo amara per privarsi di una bella cantata in stile Cristina D’Avena ogni tanto. Sono quelle cose che riconciliano con il mondo, quelle capaci di farti dimenticare pure i campioncini che hai appena ripescato nel sacchetto della profumeria!

Good to know... 

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