A belly full of wine - Romanzo

giovedì 5 maggio 2011

Her Majesty's a pretty nice girl...

Vi è mai capitato di programmare una settimana di ferie con mostruoso anticipo, prenotare un viaggetto in un posto più caldo di dove abitate, stipulare tutte le assicurazioni disponibili e iniziare il conto alla rovescia prodigandovi, giorno dopo giorno, in rosari e avemmarie per propiziare l’agognato evento?
Ebbene, al Kaiseki è successo abbastanza di recente ed è successo anche che, al terzo giorno (il secondo e mezzo, se si considera il tempo impiegato tra viaggio e ritardi) lo Shōgun tirasse fuori dal cilindro la più clamorosa delle otiti con annesso febbrone protratto.
Ma non è questo l’argomento di oggi, no: ecco, in questo passato che sento di poter definire abbastanza recente – cioè, la scorsa settimana – l’ironica sorte ha voluto che, il 29 aprile il Kaiseki, nonostante il sole fuori, la spiaggia bianca e la temperatura mite, si ritrovasse chiusa in una camera d’albergo, incollata davanti al canale televisivo che proiettava il Royal Wedding, commentato in tedesco.

Quindi, gira gira, di cosa voglio parlarvi oggi? Di questo: ma quanto è magra Kate Middleton?!

Non so se anche voi apparteniate a quella categoria di persone che si fissa con argomenti, dettagli, immagini e tutti una serie di elementi che, in condizioni normali, considererebbe irrilevanti se non inopportuni ma, negli specifici frangenti in cui ci si imbatte, non riesce a staccarsene. Ecco, il Kaiseki, a volte, è preda di questo genere di ipnosi morbose.
Mi spiego meglio, o almeno ce provo.
Prima dell’avvento di Sky, vi sarà capitato, qualche volta (magari di mattina, a casa con l’influenza), di passare con il telecomando su un canale privato e incappare in qualche televendita. Che ne so, i coltelli Shōgun (ah ah ah!), l’aspirapolvere Aurora D’Agostino (quella con la tizia che chiamava le telespettatrici: “amica!”), il Pittarello, una specie di spatola per ridipingere praticamente tutte le superfici piane e curve di casa…Insomma, ci siamo capiti. Beh, io ogni volta che mi imbattevo nel cuoco panzone che, parlando in differita, affettava tutto l’affettabile, o nella signora che prima, a scopo dimostrativo,  inondava il pavimento con le peggio schifezze e poi le aspirava con l’innovativo sistema ad acqua (che risucchiava anche le biglie di metallo, casomai aveste dovuto ripulire la scena di un delitto: pallottole e sangue in un colpo solo!) o nella coppia di sposini che dipingeva una stanza di azzurro, dal soffitto ai termosifoni, rimanevo folgorata. E lì a guardare per ore.

Va bene, qual è il punto?
Il punto è che, insomma, ritengo di essere una persona mediamente istruita e non del tutto priva di intelletto. E, d’accordo, forse una televendita anni ‘80 non è la stessa cosa rispetto al matrimonio di William d’Inghilterra con Kate M. ma l’effetto sul Kaiseki è stato simile e ugualmente devastante. Per cui mi sono ritrovata a fissare inebetita la cerimonia, le orde di folla intorno a Buckingham Palace, le facce degli invitati delle prime file (scrutando quelli che capitavano nelle inquadrature alla ricerca di Paul McCartney!) e le sottane dei preti che officiavano la cerimonia, con inspiegabile avidità.
Nonostante la palla di Spiderman (Fabermen, come lo chiama lo Shōgun) che rimbalzava più volte contro la mia testa, nonostante i grugniti annoiati di Mister P., nonostante la cameriera che nel frattempo cambiava gli asciugamani.
E in questo delirio romantico-disneyano (‘sta Kate - dai! - è proprio una cenerentola 2011), tra una lacrima e un gongolamento immedesimante di troppo, il Kaiseki ha formulato le seguenti, pungenti riflessioni, che non so se vi sentite di condividere:
  1. ammazza quanto è magra Kate M
  2. ma che razza di nome è Pippa?!

Cmq, per concludere: casomai a qualcuno piacesse indugiare in travestimenti perversi, sappiate che nella suddetta (anche se non l’ho detta) località di vacanza, spopolava, accessibile a tutte le tasche, una grandiosa riproduzione dell’anello di fidanzamento che W ha donato a K.

El Compromiso Real, 39 euro e 90 centesimi e passa la paura: fateci una pensata!

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